La Bibliotheca Magica

Mostra documentaria

I temi trattati affascineranno e stupiranno il visitatore perché si spazierà dall’astronomia all’astrologia, dalle profezie all’alchimia.
Infatti nell’archivio della famiglia Pianetti, il cui nucleo costituisce una parte consistente della Biblioteca, sono custodite numerose carte relative a tutto lo scibile umano, ma sono anche presenti passioni verso materie che noi oggi non consideriamo scientifiche e sono di carattere misterico.

Grazie alla ricerca e agli studi sul profetismo del Dott. Lorenzo Manenti, dottorando presso l’Università della Svizzera Italiana, è stato possibile delineare gli studi astrologici e alchemici di due esponenti di questa nobile famiglia jesina: Giuseppe Pianetti (1631-1709), vescovo di Todi, e suo nipote Cardolo Maria (1676-1743).
Nel giorno dell’inaugurazione, alle ore 18.00, in Sala Maggiore interverrà lo stesso Manenti con una relazione dal titolo: “L’archivio dei divertimenti. Oroscopi e segreti alchemici nelle carte Pianetti”.

La mostra prende spunto da questo discorso, ma saranno esposte stampe e documenti antichi che vanno oltre. Il percorso inizierà con l’evidenziare la sottile differenza in passato tra astrologia e astronomia, molto presente nel fondo costituito da Giuseppe Pianetti. Ci sono opere di celebri studiosi come “L’Efemeridi” dell’Argoli che fornisce dati astronomici variabili come la magnitudine degli astri, i parametri orbitali, le coordinate e le distanze di pianeti, comete e asteroidi; oppure una cinquecentina del Giuntini sulla “Sphaera” di Giovanni Sacrobosco, il trattato astronomico più diffuso nel medioevo con numerose ristampe fino al 1669.

Accanto a questi abbiamo, però, anche testi di astrologia, intesa come traduzione fedele delle vicende future, che investono non soltanto il piano individuale ma ancor più quello familiare.
Il vescovo di Todi, ad esempio, chiedeva costantemente oroscopi per ogni membro della sua famiglia e si aveva sempre lo stesso responso, ovvero il futuro delle sorti del casato sarebbe stato nelle mani di un rampollo che avrebbe conferito lustro al nome della famiglia, tuttavia con gravi pericoli per alcuni vizi del giovane. Ogni indizio portava a Cardolo Maria.
Infatti egli, grazie al matrimonio con Susanna Mannelli (ultima esponente di una nobile famiglia di Rocca Contrada, oggi Arcevia), si salvò dal tracollo finanziario e i Pianetti assunsero il titolo di Conte.

Per quanto riguarda sempre le previsioni future, Giuseppe Pianetti trascrisse personalmente la “Profezia di San Malachia”, un testo medievale composto da centinaia di motti in latino dove venivano descritti i pontefici dal XII secolo fino a prevedere l’ultimo, tale Pietro Romano, descrivendo la distruzione di una città dai sette colli e il giudizio finale.

Appartengono al fondo Pianetti anche gli almanacchi e i lunari, pubblicazioni annuali che davano notizie astronomiche come la posizione di pianeti, stelle e costellazioni e l’alternarsi delle stagioni. Inoltre indicavano le previsioni del tempo, degli eventi futuri, le nascite, le morti e i matrimoni delle famiglie reali, notizie e racconti di fatti accaduti nel mondo e redatti in versione popolare.
Sono esposti due splendidi almanacchi dell’800, cartonati a colori, che informano circa i giorni e i mesi dell’anno, con particolare specificazione riguardo alle festività religiose ed ai singoli Santi in esse ricordati nell’ambito di ciascun mese. Sono raffigurati anche i segni dello zodiaco, le ore d’Italia in cui il sole si leva e tramonta, oltre alla lunghezza del giorno e della notte.

Il vescovo di Todi aveva contatti con alcuni astrologi dell’epoca come Giovanni Battista di Filippo e soprattutto Biagio Napodano. Quest’ultimo aveva scritto un trattato (presente soltanto in quattro copie, una conservata nella Biblioteca Comunale di Jesi) secondo cui per ogni essere vivente si debbano scrivere due oroscopi: uno per la vita nell’utero, l’altro per la vita vissuta all’esterno. Compose anche l’Uraniae Affatus, un poema rivolto a Cardolo Maria con anche previsioni sugli anni più significativi della sua vita dal primo al settantanovesimo anno di età.

Cardolo era l’erede designato per il proseguo del casato e ottenne invidie e gelosie tanto da muovere Papa Clemente XI a scomunicare quanti avessero osato dubitare pubblicamente della sua onestà e usurpare l’eredità.
Come si potrà vedere dai documenti esposti, la passione di Cardolo era l’alchimia. Cercò di ottenere la trasmutazione dei metalli con l’intento di fabbricare oro mescolando mercurio, piombo, argento e rame. Acquistò in segreto ogni tipo di materiale per gli esperimenti ottenendo ovviamente scarsi risultati. Lavorò a questo obiettivo insieme a un circolo istruito con delle lezioni sui “Sonetti alchemici” di frate Elia da Cortona, uno dei primi seguaci di San Francesco dedito, secondo fonti a lui contemporanee, a questa misteriosa attività.
Una stampa, proveniente dal fondo Honorati, denuncia la pratica amatoriale dell’alchimia. Probabilmente in una cucina trasformata in laboratorio, un uomo sta usando gli ultimi risparmi della famiglia (la moglie mostra il palmo della mano vuoto) per cercare di ottenere l’oro. L’esito funesto di questo tentativo lo si può vedere sullo sfondo, con l’intera famiglia, ormai povera, costretta a chiedere ospitalità. Sotto il disegno, dei versi in rima attaccano l’ignoranza e l’inoperosità degli aspiranti alchimisti. Quindi una pratica vista in maniera molto negativa, ma che convolse tantissime persone di qualsiasi ceto sociale.

Tutto questo lo si potrà scoprire nella mostra documentaria che si terrà dal 14 novembre 2019 al 14 gennaio 2020, dal mercoledì al venerdì, con i seguenti orari: mattina 9.00-13.00, pomeriggio 15.00-18.00.
Sarà possibile anche richiedere una visita guidata al costo di 3,00 euro.

La Bibliotheca Magica

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