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L'archivio Colocci Vespucci

Consulta l'inventario d'archivio.

L'Archivio Colocci Vespucci (sec. XIV - sec. XX) è composto da 90 pergamene e 321 unità archivistiche.

Quando nel 1985, in seguito alle trattative con la marchesa Maria Cristina Colocci Vespucci, il Comune di Jesi acquisì porzione di palazzo Colocci, fra gli altri beni annessi figurava anche l'archivio di famiglia, dichiarato di notevole interesse storico già nel giugno del 1931.
Nel 1960, in occasione delle celebrazioni del primo centenario dell'Unità d'Italia, la marchesa Maria Cristina donò al Comune una parte della documentazione dell'archivio di famiglia riguardante il nonno Antonio che svolse a Jesi e nelle Marche un ruolo di primo piano nelle vicende risorgimentali.
Nel giugno del 1964, la Soprintendenza Archivistica per le Marche, da poco istituta, rinnovò la dichiarazione di notevole interesse storico.,

Il complesso, fonte privilegiata per la ricostruzione storica di molti aspetti politici, economici e sociali che vanno al di là degli stretti interessi domestici della famiglia Colocci, una delle più antiche della città, è costituito da una sezione antica e una moderna.
La sezione antica comprende, tra l'altro, il fondo membranaceo, materiale relativo alla genealogia e alla storia della famiglia, epistolari e volumi manoscritti dei secoli XVI - XIX a carattere storico-letterario-giuridico, compilati da vari membri della famiglia. Una discreta quantità di materiale antico risulta, inoltre, prodotta dall'incessante passione di collezionista dell'ultimo marchese, Adriano, che raccolse nel suo archivio, sotto il titolo di "miscellanee storiche", abbondante materiale documentario manoscritto e a stampa.
La sezione moderna è costituita dalla documentazione di Antonio Colocci (1821 - 1908), di cui rimane una discreta serie di corrispondenza sia familiare sia ufficiale, relativa alla sua carica di deputato al Parlamento nell'ottava e nona legislatura e, a partire dal 1879, di senatore del Regno. Anche della sua partecipazione alle vicende risorgimentali rimane una ricca documentazione riguardante, in particolar modo, le Marche e Jesi.
La maggior parte dell'archivio moderno della famiglia è stato prodotto dal figlio di Antonio, Adriano Colocci (1855 - 1941), figura estremamente poliedrica: fu infatti avvocato, giornalista, uomo politico, d'affari, viaggiatore, scrittore e studioso di fama nel campo della ziganologia e dell'araldica. Oltre ai documenti originali il suo archivio è arricchito da materiale a stampa e fotografico.
Nel fondo sono presenti, inoltre, 17 buste di carteggi di Cristina Colocci, sorella di Adriano e moglie del marchese Enrico Honorati.
Un'ultima sezione dell'archivio, costituita da 11 buste, riguarda la famiglia Vespucci, con la quale i Colocci si imparentarono in seguito al matrimonio di Antonio con Enrichetta.