Grazie ad una storia plurisecolare e alla sensibilità culturale di quanti hanno beneficiato questo Istituto nel corso della sua lunga storia, la Biblioteca Planettiana conserva anche un patrimonio librario antico assai prezioso, frutto spesso di qualificate donazioni. L'Istituto venne fondato infatti nel 1859, grazie alla donazione fatta dal Marchese Angelo Ghislieri della propria scelta libreria, che costituisce quindi il nucleo originario.
Nel 1868 il nucleo venne arricchito di oltre 6.000 opere provenienti dall'incameramento delle quattro biblioteche di congregazioni religiose soppresse (Conventuali, Zoccolanti, Cappuccini, Carmelitani).
La donazione Pianetti
Tra le numerose donazioni e lasciti di privati, primeggia la preziosa libreria della nobile famiglia Pianetti, ricca di circa quindicimila volumi, frutto della cultura umanistica e della passione bibliofila di Monsignor Giuseppe Pianetti, famoso giurista. La libreria, giunta a Jesi nel 1710 per testamento, venne aperta al pubblico dal nipote Cardolo Maria, che a tale scopo fece realizzare un catalogo settecentesco artisticamente illustrato dei volumi posseduti. La libreria, che costituisce insieme all'archivio di famiglia un unico complesso bibliografico documentario, è attualmente collocata nell'antica sala dei Giudici, detta ora Planettiana. Disposta per materie, spazia per l'universo del sapere sei-settecentesco con particolare ricchezza nel settore del diritto canonico e civile. Da essa deriva il nome Planettiana, che si è inteso estendere all'intero l'Istituto.
Manoscritti, incunaboli, cinquecentine
Preziosi gli oltre 700 manoscritti, i 134 incunaboli, le oltre 4.000 cinquecentine italiane ed estere; di notevole rarità le raccolte di oltre 200 almanacchi e di 45 volumi di gazzette del XVII e XVIII secolo.
Numerosi e qualificati gli interventi di restauro su pergamene, manoscritti, atlanti, così come sui due secenteschi globi coronelliani, uno celeste ed uno terracqueo, realizzati dal famoso cosmografo veneto per la libreria Pianetti nel secondo Seicento.
Tra le numerose altre donazioni che arricchiscono negli anni l'Istituto, figurano la splendida edizione bodoniana dell'Iliade di Omero, stampata a Parma nel 1808, e l'acquisizione di lettere autografe dell'umanista Angelo Colocci.